L’ansia per la salute, un tempo conosciuta come ipocondria, è un disturbo psichico molto diffuso. Quali sono i sintomi dell’ansia per la salute e come vive chi ne soffre? “Suona la sveglia, apro gli occhi. Sento il mio stomaco brontolare più del solito, forse c’è qualcosa che non va. Se avessi un brutto male? Una delle mie più care amiche è stata sconfitta da quel mostro lo scorso inverno. Continuo a toccarmi insistentemente, l’addome inizia a far male. Provo a cercare su internet: sintomi tumore. Ecco lo sapevo, descrive la mia situazione. Nella mia testa é un gran baccano. Devo cercare immediatamente un medico competente, in questi casi bisogna giocare d’anticipo. Se il medico mi diagnosticasse un tumore sarebbe tremendo, non potrei sopportarlo. Le mie forze iniziano a scarseggiare, questi dubbi mi stanno distruggendo”. Questo è solo un esempio di ciò che solitamente accade nella mente degli individui con
Ansia per la salute, cioè di coloro etichettati fino a pochi anni fa come
ipocondriaci. A molti sarà capitato di
allarmarsi per un
mal di testa persistente, o dei
crampi frequenti, ma le persone con A
nsia per la salute sono tormentate dalla preoccupazione di
avere o contrarre una grave malattia. Ad attivare questi timori concorrono diversi elementi: dai
processi fisiologici (es. la deglutizione, la respirazione, l’attività gastro-intestinale, ecc.) ad
aspetti esteriori del corpo (es. macchie della pelle, nei, ecc.) a
dolori di lieve intensità (formicolii, tensioni, piccole ferite, ecc.). Questi sintomi vengono interpretati in maniera negativa e automaticamente attribuiti alla
malattia temuta e/o
sospettata: “ho mal di testa da tre giorni, sarà un tumore al cervello”.
L’ansia per la salute, implica un netto
peggioramento della qualità della vita: compromette la sfera lavorativa, relazionale, scolastica. L’individuo, infatti
, mette in atto una serie di
comportamenti al fine di ridurre il
dubbio di poter avere una malattia, esempi di questi comportamenti sono:
- ricercare continue rassicurazioni (ricerche su internet, visite specialistiche, interrogare i familiari, ecc.);
- controllare continuamente il proprio corpo (ad es. pesarsi, controllare il colorito del viso, ecc.);
- rinunciare ad alcune attività (ad es. quelle che causano stanchezza e fatica fisica).
Tuttavia, la letteratura suggerisce (in un numero minore di casi) la presenza di comportamenti opposti a quelli sopra indicati: l’individuo cioè
evita esami medici, ospedali e informazioni relative alla salute per il timore di ricevere una diagnosi infausta. In entrambi i casi, il risultato è che la
preoccupazione, l’
ansia e la
paura aumentano. Quello in cui incappano queste persone, infatti, è un vero e proprio
circolo vizioso in cui visite mediche,
esami specialistici,
rassicurazioni dei familiari, non fanno altro che sortire l’effetto contrario, ovvero peggiorare i pensieri catastrofici di morte e dolore. In molte occasioni queste persone non vengono prese sul serio, ma additate come
malati immaginari. L’ansia difatti le porta ad un continuo peregrinare da un medico all’altro e molto spesso è proprio quest’ultimo a suggerire al paziente la necessità di una consulenza psicologica E’ doveroso sottolineare come la realtà in cui viviamo esasperi la paura sperimentata dall’individuo con ansia per la salute: subire un costante bombardamento da parte di Tv, giornali, social media di notizie che fanno riferimento alle malattie amplifica dubbi e timori. E’ evidente il carico di
sofferenza con cui convivono quotidianamente queste persone e di frequente tendono a sviluppare l’idea di sé come
deboli sia fisicamente, che psicologicamente. Sono diversi i fattori che concorrono a predisporre l’individuo a sviluppare l’ansia per la salute:
- esperienze vissute durante l’infanzia,
- esperienza familiari di malattia o morte,
- fattori biologici e genetici.
Come porre fine a questa sofferenza? La terapia
cognitivo-comportamentale è altamente efficace nel trattamento dell’ansia per la salute in quanto consente di intervenire su quei pensieri e comportamenti disfunzionali che non fanno altro che contribuire al mantenimento del disturbo