La cefalea, più conosciuta come “mal di testa”, è un disturbo doloroso molto comune. Essa rappresenta infatti una delle patologie maggiormente diffuse al mondo. Secondo i dati statistici dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (World Health Organization, WHO) la cefalea causa maggior invalidità rispetto ad altre gravi malattie neurologiche, inserendola pertanto tra le 20 patologie più invalidanti per le donne tra i 15 e i 45 anni (la cefalea può infatti essere considerata una malattia di genere dato che colpisce le donne molto più che gli uomini). La cefalea è una patologia dai costi sociali e personali molto elevati: essa determina spesso riduzione e/o complicazione della vita lavorativa, sociale e relazionale della persona, causandole così grande sofferenza e di conseguenza un peggioramento della qualità di vita. Per questi motivi, spesso nei pazienti cefalgici si riscontrano anche difficoltà legate all’ansia e alla depressione e, secondo numerosi studi, tali variabili giocano un ruolo fondamentale sia nella patogenesi che nel mantenimento del problema cefalalgico stesso.
Il trattamento per questa patologia è imprescindibilmente farmacologico, tuttavia esistono dati scientifici a conferma del fatto che la cefalea può essere efficacemente trattata anche attraverso l’associazione di terapie non farmacologiche:
la terapia cognitivo-comportamentale, la meditazione di consapevolezza o mindfulness, e le tecniche di rilassamento muscolare si sono dimostrate adatte nel sostenere i pazienti nella “convivenza” con tale patologia, offrire tecniche e strategie per gestire l’ansia e l’umore, migliorare l’aderenza al trattamento farmacologico e prevenire la cronicizzazione della patologia.