
“…È iniziato tutto lo scorso anno durante il lockdown. Tutte le mie abitudini sono state stravolte improvvisamente. Inizialmente ero quasi contenta di alzarmi, accendere il pc e lavorare senza dover uscire da casa, pranzare con mio marito, avere più tempo per me. Mi dicevo che tutto sarebbe finito presto. Poi la notizia del prolungamento del lockdown e le giornate che improvvisamente diventano tutte uguali. Nessuna novità, nessuna possibilità di interazione con gli altri. Solo notizie negative relative al numero di morti giornaliero. Mi rendo conto che non ho più stimoli, mi trascino per casa in pigiama e così giorno dopo giorno comincio a mangiare sempre più. Mi dicevo: “è normale, non hai altro da fare se non lavorare, vedrai che finito tutto tornerai quella di sempre”.
Decido quindi dopo aver preso in un mese quasi 10 kg di cominciare una dieta per perdere peso. Riesco a seguirla per qualche giorno, mi sentivo forte, ce la stavo facendo ma poi quando capisco che la perdita di peso non sarebbe stata cosi veloce come averlo preso sono caduta in un vortice di ansia e frustrazione al punto che ho iniziato ad abbuffarmi di nascosto. Questa era l’unica cosa che mi faceva stare bene. Correvo in cucina di nascosto, mangiavo tutto ciò che mi capitava sotto mano ma il senso di sollievo provato, dopo poco, era sostituito da intensi sensi di colpa e rabbia nei confronti di me stessa. Ero caduta nelle sabbie mobili e tutto quello che acevo invece di aiutarmi mi faceva sprofondare sempre più in basso.
E cosi un giorno, navigando online scopro che non esiste solo l’anoressia e la bulimia ma anche un altra malattia che non porta a restringere selettivamente l’alimentazione né a vomitare per evitare di assumere le calorie ingerite. Ci si abbuffa e basta senza vomitare e senza fare nulla per evitare di ingrassare. Il cibo diventa l’unico modulatore delle tue emozioni. Non mangi più per fame e non senti più la sazietà.
Mangi per noia, rabbia, tristezza angoscia e paura. Mangi perché sembra che le tutta la tua vita e tue emozioni ti siano sfuggite di mano e questo è l’unico modo per metterle a tacere. Non soffro di Anoressia, ne di Bulimia nervosa. Soffro di Binge Eating Disorder”.
Nell’ultimo anno sono aumentate a dismisura le richieste da parte di chi, proprio nel periodo di isolamento e restrinzioni dettate dalla covid-19, ha sviluppato un Disturbo da alimentazione incontrollata detto anche Binge eating disorder.
Sempre più persone riferiscono il bisogno, quasi come fosse una dipendenza vera e propria, di mangiare ingenti quantità di cibo senza badare ad accostamenti di gusto fino quasi a scoppiare, salvo poi sentirsi in colpa per essersi resi conto di aver perso il controllo.
Nelle prime fasi della pandemia, l’isolamento, le restrinzioni, il cambiamento di tutte le routine ha portato tante persone a rifugiarsi nel cibo che ha assunto per una grande fetta della popolazione, un significato consolatore rispetto a stati quali ansia, paura, tristezza e angoscia. In un primo momento però, pochi si sono resi conto della gravità di questa apparente abitudine alimentare, il tutto è stato erroneamente attribuito al maggior tempo disponibile da passare in casa e in generale ad uno stato di apatia caratterizzato da una deprivazione forzata di tutti i rapporti sociali. Superato il picco pandemico, però, molti si sono resi conto che nonostante l’allentamento delle restrizioni e la ripresa di attività lavorative e sociali questa “esigenza” si era ormai consolidata prendendo consapevolezza del fatto che sentivano di non avere più il controllo della situazione.