I disturbi dell’apprendimento sono condizioni nelle quali risulta specificamente compromessa la capacità di apprendimento della lettura (dislessia), della scrittura (disgrafia e disortografia) o del calcolo (discalculia), in assenza di deficit intellettivi, neurologici o sensoriali e con adeguate condizioni socioculturali. Sono spesso associati a disturbi del linguaggio, disordini della lateralizzazione spazio-temporale, disturbi emotivi (ansia, insicurezza, iperattività, tic, enuresi, ecc.). Un numero considerevole di alunni della scuola di base presenta problemi di apprendimento che incidono in modo rilevante sul rendimento nelle varie discipline, causando spesso un vero e proprio disadattamento scolastico.
Numerosi studi e ricerche effettuati nel corso di questi ultimi anni hanno infatti posto in evidenza che oltre il 20% della popolazione scolastica presenta rallentamenti nei processi di apprendimento che richiedono interventi individualizzati. Le cause possono essere così sintetizzate:
1) Difficoltà percettivo-motorie e metafonologiche, dalle quali possono derivare, disturbi specifici di apprendimento;
2) Difficoltà di attenzione, di concentrazione, di memorizzazione, che danno origine a discontinuità nelle prestazioni, a scarso mantenimento delle acquisizioni, ad esecuzioni incomplete del compito;
3) Ritardo cognitivo, che provoca lentezza nei processi, esecuzione di prodotti insoddisfacenti, difficoltà nel trasferire e riutilizzare conoscenze apprese, livelli di capacità notevolmente inferiori rispetto alla classe frequentata;
4) Difficoltà di linguaggio, che interferiscono negli aspetti di comprensione-produzione sia orale che scritta;
5) Problemi relativi alla sfera affettiva e comunicazionale, dai quali possono derivare scarsi livelli di autostima, atteggiamenti e comportamenti inadeguati, senso di inadeguatezza di fronte alle richieste scolastiche, demotivazione ad apprendere.
I bambini con un Disturbo dell’ Apprendimento, si comportano per molti versi esattamente come i loro coetanei. Ciò che li distingue, tuttavia, è una marcata irregolarità negli apprendimenti; spesso, infatti, tendono ad eccellere in alcune aree e ad essere piuttosto carenti e problematici in altre.
Purtroppo, pur rendendosi conto delle difficoltà incontrate dal figlio in alcuni apprendimenti, molti genitori esitano a lungo (le statistiche ci dicono anche fino a 2-3 anni) prima di ricorrere ad uno specialista per la diagnosi e l’eventuale trattamento del disturbo. L’esitazione dei genitori, potrebbe essere legata a diversi fattori, come il timore che portare alla luce i problemi significhi “etichettare” il proprio figlio, al convincimento che le difficoltà possano essere superate spontaneamente, col passare del tempo, alla vergogna che in alcuni genitori scaturisce dal ritenersi responsabili dei problemi del figlio.