COME AFFRONTARE UN DISTURBO SPECIFICO DI APPRENDIMENTO?
A cura di Ilenia Giurgola
Spesso quando si riceve una diagnosi di DSA ci si sente spaesati, perché non si sa bene di cosa si tratta e come agire. Questa guida è pensata proprio per aiutarvi a capire meglio come affrontare una Diagnosi DSA e quali sono i ruoli di ogni professionista nell’assicurare una didattica inclusiva.
I Disturbi Specifici dell’Apprendimento, comunemente chiamati DSA, sono delle disfunzioni neurobiologiche che determinano difficoltà nell’apprendimento della lettura, della scrittura e del calcolo.
La normativa vigente in materia è la legge 170/2010, che all’art. 1 : “riconosce la dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia quali disturbi specifici di apprendimento che si manifestano in presenza di capacità cognitive adeguate, in assenza di patologie neurologiche e di deficit sensoriali.
Dislessia: disturbo specifico che si manifesta con una difficoltà nell’imparare a leggere, in particolare nella decifrazione dei segni linguistici, ovvero nella correttezza e nella rapidità della lettura.
Disgrafia: disturbo specifico di scrittura che si manifesta in difficoltà nella realizzazione grafica.
Disortografia: un disturbo specifico di scrittura che si manifesta in difficoltà nei processi linguistici di transcodifica.
Discalculia: un disturbo specifico che si manifesta con una difficoltà negli automatismi del calcolo e dell’elaborazione dei numeri.
La dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia possono sussistere separatamente o insieme.”
Diagnosi e valutazione: la diagnosi dei DSA può essere effettuata a partire dal secondo anno della scuola primaria, ad eccezione della discalculia diagnosticabile dal 3 anno della stessa. Un’attenta valutazione delle competenze può essere molto utile al fine di attivare un intervento tempestivo. In modo da ridurre l’impatto negativo che i DSA possono avere sulla personalità dei bambini/ragazzi. In ambito scolastico è, infatti, ampiamente dimostrato che le difficoltà nell’apprendimento si ripercuotono negativamente sul successo scolastico. Così da intaccare anche la motivazione allo studio e l’autostima personale. Rinforzare le abilità che consentono un approccio funzionale e soddisfacente agli apprendimenti scolastici attiverà un processo positivo che influirà su tutte le altre aree interconnesse. Dunque è sempre più frequentemente prevista la figura di un tutor dell’apprendimento con un’adeguata formazione, specifiche strategie didattiche e professionalità.
La figura del Tutor DSA e l’importanza di un sostegno specifico dell’apprendimento
Il tutor DSA è una figura che può avere background diversificati ma che ha un attestato professionalizzante che fornisce la preparazione adeguata per affiancare lo studente con DSA nello studio. Il percorso di tutoraggio è di solito lungo e viene impostato sulla base delle caratteristiche dello studente; il suo scopo è quello di promuovere l’autonomia dello studente fornendogli e costruendo ad hoc gli strumenti adatti.
Nel nostro studio, partiamo dai compiti a casa e attraverso di essi individuiamo le aree carenti per rafforzarle, capiamo lo stile d’apprendimento dello studente e costruiamo un metodo di studio efficace.
Un tutor DSA con formazione specifica è in grado di lavorare anche sulle strategie metacognitive dell’allievo, al fine di facilitare l’acquisizione di metodi di apprendimento alternativi, in grado di superare i gap dovuti al disturbo specifico dell’apprendimento.
Secondo Dawson e Guare (Executive skills in children and adolescent A pratical guide to assestment and intervention, 2010) il tutor dell’apprendimento avrebbe 3 funzioni nel corso del lavoro di svolgimento dei compiti.
Prima di iniziare l’attività:
- Sostiene la riflessione, su come organizzarsi per portare a termine il compito assegnato.
- Richiama ad esperienze precedenti.
- Propone l’uso di strumenti per l’organizzazione e la pianificazione del lavoro.
- Ascolta e discute le proposte provenienti dallo studente.
Durante lo svolgimento del compito:
- Supervisiona impiego corretto di strumenti e strategie fornendo feedback anche sulla gestione degli strumenti, del tempo e dello spazio.
- Ripropone strumenti e strategie già usati, anche se non previsti nella fase di programmazione.
- Stimola all’uso della metacognizione per uscire dalle situazioni di stallo senza attendere l’aiuto dell’adulto risolutore.
Dopo lo svolgimento del compito:
- Sostiene e sprona una riflessione sugli strumenti utilizzati.
- Fornisce un feedback sui risultati ottenuti.
- Rinforza positivamente l’alunno stimola il suo senso di autoefficacia e promuove la gratificazione legata al raggiungimento degli obiettivi.
Cosa possono fare i genitori di DSA?
Abbiamo una diagnosi di DSA, abbiamo un PDP, ma come possiamo aiutare nostro figlio? Ecco alcuni consigli:
- non aver paura della diagnosi, i DSA non sono una malattia ma una caratteristica dello studente;
- evita frasi come: “Vedi che se ti impegni ci riesci!, “Devi impegnarti di più!”. I ragazzi fanno già il massimo, è più utile sostenerli e accompagnarli nella loro crescita personale che rimproverarli;
- a questo proposito, si consiglia di instaurare una Token Economy: una tecnica psicologica che usa gettoni premio per comportamenti positivi (come ad esempio fare la cartella da solo o fare attenzione al materiale scolastico) per arrivare ad un premio finale.
- concentrarsi sugli apprendimenti davvero importanti nella vita quotidiana. Per esempio, le addizioni sì, servono, ma quanti di noi svolgono le moltiplicazioni a due cifre a mente?;
- Mettersi a disposizione nell’aiuto ma non sostituirsi a loro, anche se sono lentissimi a svolgere un compito. Chi va piano, va sano e va lontano!
- Assicurarsi che usino gli strumenti compensativi: è frequente nei bambini con DSA l’abitudine a non voler utilizzare i propri strumenti compensativi. Il bambino si sente di star “copiando” poiché utilizza mezzi differenti rispetto a quelli dei suoi compagni. Per questo, è fondamentale spiegare che non c’è nulla di male nell’utilizzare gli strumenti di cui ha bisogno;
- usate chiarezza: parlare apertamente delle difficoltà del bambino, se le nascondete o edulcorate sembrerà che ci sia qualcosa di cui vergognarsi;
- confronto tra pari: legare con bambini con DSA o della propria classe, frequentare centri in cui confrontarsi con chi ha difficoltà simili o opposte, può aiutare ad accettare il tutto;
- sfruttiamo la tecnologia: grazie a internet possiamo facilmente mostrare video, realizzare mappe concettuali e schemi insieme a loro, sentire musica e mostrare immagini. Insomma, possiamo accedere con un click alle molteplici possibilità offerte dal mondo digitale.
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Tel.: 349/1562893 – Dott.ssa Silvia Perrone