Disturbi delle funzioni cognitive
Invecchiamento e lesioni cerebrali di varia origine e natura possono causare alterazioni più o meno gravi delle funzioni cognitive, come la memoria, l’attenzione o la concentrazione. Il peggioramento di queste capacità rende molto più difficile lo svolgimento delle normali attività quotidiane, diminuendo così l’autonomia e l’autoefficacia percepita e, di conseguenza, l’umore e la qualità di vita della persona. Non va dimenticato inoltre che spesso, come nei casi delle demenze senili, il problema non è transitorio, ma permanente e ingravescente. La Neuropsicologia è un’attività clinica di diagnosi e cura dei processi cognitivi, comportamentali, affettivi e relazionali. Lo psicologo esperto in Neuropsicologia pianifica, esegue e valuta gli interventi terapeutici adeguati, che vanno decisi dopo un’esaustiva valutazione neuropsicologica, la quale prevede l’esplorazione di diverse aree cognitive allo scopo di individuare la presenza di deficit in più aree di funzionamento, dovute al normale invecchiamento cerebrale o a lesioni cerebrali di varia natura (traumi cranici, emorragie, neoplasie cerebrali o patologie neurodegenerative). Si sviluppa attraverso il colloquio clinico preliminare e la successiva somministrazione di test standardizzati. I dati oggettivi ottenuti dalla valutazione neuropsicologica consentono di: 1. Determinare con precisione l’entità del danno cognitivo, memoria, attenzione, linguaggio, ecc.; 2. Quantificare il grado di funzionamento attuale sul versante cognitivo, emozionale e sociale; 3. Valutare le conseguenze sul piano comportamentale; 4. Impostare un adeguato programma di riabilitazione cognitiva. Lo scopo della riabilitazione è quello di migliorare l’adattamento funzionale della persona ed il suo benessere, di modificare le strategie e i compensi di cui dispone, per far sì che migliori l’adattamento funzionale nonostante il danno subito. Le tecniche di riabilitazione cognitiva possono essere distinte in due categorie: 1) Riabilitazione neuropsicologica: consiste in esercizi per le funzioni cognitive (memoria, attenzione, orientamento spaziale e temporale, linguaggio) scelti ad hoc per il paziente in base alle funzioni cognitive danneggiate. Sono svolti con cadenza settimanale o bisettimanale. 2) Stimolazione neuropsicologica: è una forma di intervento orientato al benessere complessivo della persona, in modo da incrementare il coinvolgimento in compiti finalizzati alla riattivazione delle competenze residue, al rallentamento della perdita funzionale delle abilità cognitive (memoria, attenzione, orientamento spaziale e temporale, linguaggio) e al mantenimento dell’autonomia del paziente il più a lungo possibile, soprattutto nel paziente anziano con deterioramento cognitivo, Alzheimer, ma anche per anziani sani che sentono il bisogno di “allenare” la loro mente. Prevede anch’essa incontri a cadenza settimanale o bisettimanale.